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22/09/2022
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EN 13779/2007
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E11.3
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La normativa europea EN 13779 – 2007 mira al
raggiungimento di un ambiente confortevole e salutare in tutte le stagioni
dell’anno con costi d’installazione e funzionamento ragionevoli. Ad oggi è
adottata come standard nazionale in tutti i Paesi europei. Essa specifica la
performance di filtrazioni richiesta dal sistema al fine di ottenere una
buona qualità dell’aria negli spazi interni (IAQ) in considerazione dell’aria
esterna.
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L’aria esterna è classificata secondo 3
categorie, dalla ODA 1, in cui l’aria è pura ad eccezione degli inquinanti
temporanei come il polline, alla ODA 3, dove la concentrazione di gas e
particelle è elevata. Con particelle sospese si indicano le particelle solide
o liquide presenti nell’aria. Le line guida per maggior parte dell’aria
esterna si riferiscono al PM10 (particelle con diametro fino a 10 μm). Ai
fini della tutela della salute, c’è una crescente attenzione posta sulle
particelle di dimensioni inferiori ai 10 μm. Con inquinanti gassosi si
intendono le concentrazioni di CO2, CO, NO2, SO2 e COV (composti Organici
Volatili).
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La tabella sottostante indica i tipici livelli di
concentrazione dell’aria esterna e suggerisce come classificare le qualità.
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Classificazione della qualità dell'aria esterna
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Livello di
concentrazione
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Descrizione della qualità
dell'aria
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CO2(ppm)
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CO2
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NO2
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SO2
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PM10
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Categoria dell'aria esterna
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(mg/m2)
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(μg/m2)
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(μg/m2)
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(μg/m2)
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Aree rurali senza fonti significative di inquinamento
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350
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<1
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mag-35
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<5
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<20
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ODA1
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Piccole città
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400
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1 - 3
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15
- 40
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5
- 15
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10
- 30
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ODA2
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Centri urbani
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450
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2 - 6
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30
- 80
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10
- 50
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20
- 50
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ODA3
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Si noti che nella maggior parte delle città, ciò
che viene definito “livello di concentrazione normale” di particelle si trova
al momento nella categoria superiore (qualità bassa) dell’aria esterna, vale
a dire ODA2 o ODA3. Per quanto riguarda la materia particellare, la Word
Health Organization (l’organizzazione Mondiale per la Salute) ha stabilito un
target di PM10 annuale inferiore ai 40 μg/m3. Questo target non è ancora stato raggiunto. In altre parole,
la maggior parte delle persone in Europa passano gran parte del loro tempo in
aree in cui l’aria esterna viene classificata come ODA 2 o ODA 3. Si può
facilmente concludere che l’utilizzo di un filtro adatto è fondamentale in
termini di salute pubblica.
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Il nuovo standard classifica la qualità dell’aria
negli spazi interni da IDA 4 (bassa IAQ) fino a IDA 1 (alta IAQ). Un metodo
tradizionale ma limitato per determinare la qualità dell’aria negli spazi
interni è studiare i livelli di CO2. La CO2 è il prodotto della respirazione
umana. È un buon indicatore dell’efficacia della ventilazione ma non della
qualità dell’aria in generale. Un altro metodo per l’analisi degli spazi
occupati dalle persone è quello di specificare il grado di aria esterna che
una persona introduce. Valori di questo tipo vengono spesso utilizzati per
classificare i sistemi di ventilazione. La tabella sottostante elenca i
livelli tipici di CO2 e i flussi raccomandati di aria esterna per
raggiungere livelli diversi di qualità dell’aria negli spazi interni. Notare
che nessuno di questi metodi prende in considerazione gli inquinanti
particellari e gassosi introdotti negli edifici attraverso l’aria esterna.
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Classificazione della qualità dell'aria negli ambiente indoor
(IAQ)
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Livello
CO2 (ppm) in relazione all'aria esterna
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Flusso
d'aria esterna (m3/h/persone)
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Categoria
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Descrizione
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Tipo
di intervallo
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Tipo
di intervallo, area non fumatori
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IDA 1
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High
IAQ
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<
400
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>
54
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IDA 2
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Medium
IAQ
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400 -
600
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36 -
54
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IDA 3
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Moderate
IAQ
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600 -
1000
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22 -
36
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IDA 4
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Low
IAQ
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>
1000
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<
22
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Indicazioni
sui filtri secondo la normativa EN 13779
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Una volta classificata l’aria esterna, la
normativa EN 13779 specifica chiaramente la classe di filtri richiesta per
raggiungere il livello desiderato di qualità dell’aria negli spazi interni.
Le classi dei filtri sono specificate in conformità all’ EN 779:2012. Lo
standard EN 13779 dice chiaramente: quando si vuole raggiungere una qualità
dell’aria negli spazi interni soddisfacente (IDA 1 o IDA 2) e ci si trova in
un ambiente urbano, è necessario installare un filtro molecolare (GF) per la
protezione dagli inquinanti gassosi (molecolari).
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Qualità dell'aria esterna
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IDA
1(alta)
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IDA 2
(Media)
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IDA 3
(Moderata)
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IDA 4 (Bassa)
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ODA
1
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F9
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F8
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F7
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M5
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ODA
2
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F7 /
F9
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M6 /
F8
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M5 /
F7
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M5 /
M6
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ODA
3
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F7 /
GF / F9
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F7 /
GF / F9
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M5 /
F7
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M5 /
M6
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GF) filtro molecolare
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In un ambiente urbano è consigliato utilizzare un
filtro molecolare (filtro a carbone). È anche una buona soluzione per un area
classificata ODA 3. Il filtro dovrebbe essere combinato con un filtro
antiparticolato di efficienza F8 o F9.
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• Per motivi igienici, è consigliato usare due
fasi di filtrazione particellare:
–Minimo M5, ma preferibilmente F7 nel primo stadio di filtrazione.
–Minimo F7 ma preferibilmente F9 nel secondo stadio di filtrazione. –Se vi è
un solo stadio di filtrazione, il filtro deve essere di efficienza minima F7.
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• Nel sistema di ricircolo dell’aria, deve essere
utilizzata un’efficienza minima M5 per proteggere l’ impianto. È preferibile
utilizzare la stessa classe del filtro installato presso il flusso d‘aria
principale.
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• Per proteggere gli impianti di entrata e di
uscita dell’aria, meglio utilizzare un’efficienza minima M5.
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• Qualunque sia la classe dei filtri installati,
l’efficienza non deve scendere sotto i valori stabiliti. È necessario
prendere sempre in considerazione l’efficienza reale del filtro. Tale
informazione si ottiene quando il filtro è testato secondo la normativa
Europea EN 779-2012, che ha sostituito la EN 779-2002.
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• La frequenza di sostituzione filtri non
dev’essere decisa solo sulla base dell’ottimizzazione economica. Anche i
problemi igienici devono essere presi in considerazione. Devono essere
considerati tre limiti e la sostituzione avverrà quando uno di questi verrà
raggiunto: perdita di carico finale, età dell’impianto e il tempo reale di
esercizio.
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per i filtri nel primo stadio di filtrazione: 2000
ore di esercizio o al massimo un anno dall’installazione o quando viene
raggiunta la perdita di carico finale.
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• per i filtri nel secondo o terzo stadio di
filtrazione: 4000 ore di esercizio o al massimo due anni dall’installazione o
quando viene raggiunta la perdita di carico finale.
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• Per evitare la crescita dei microbi, l’impianto
dovrebbe essere progettato di modo che l’umidità relativa (R.H.) rimanga
sempre sotto il 90% e l’umidità relativa media per tre giorni sia sotto l’80%
in tutte le parti del sistema, inclusi i filtri.
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• La perdita di carico dei filtri molecolari non
subisce cambi di pressione durante il loro normale esercizio. In assenza di
una regola precisa all’interno della normativa EN 13779, si raccomanda di
cambiare i filtri molecolari IAQ dopo un anno dall’installazione o dopo 5000
ore di esercizio.
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